LA INCOMPRENSIBILE CRISI ECONOMICA


Sembra che la crisi economica sia ancora agli inizi e sembra che ci aspettano tempi duri con ulteriore impoverimento di tutti e più degli altri i ceti medi e bassi.
Ma ci si chiede; come siamo arrivati a questo punto, una crisi che inizia come finanziaria e termina in crisi reale che colpisce la produzione e la capacità di spesa di tutti con la conseguente perdita di prodotto interno e di posti di lavoro.
Sappiamo che nulla si crea e nulla si distrugge e credo che questo principio è valido anche per l'economia, e per questo che mi domando; dove sono finiti i miliardi di Euro e di Dollari scomparsi alla nostra vista e a quella delle banche e come si è arrivati a questo punto senza che nessuno, di quelli che dovevano accorgersi, si sia accorto di quanto stia succedendo.
Qualcuno ha venduto il nulla, derivati, futures e quant'altro , creando la bolla speculativa che ha creato una incredibile quantità di titoli senza valore (avvelenati) che le banche, questa volta, non sono riuscite a rifilare ai propri clienti facendo loro pagare le spese di questa gigantesca speculazione finanziaria che, comunque, stiamo pagando noi semplici cittadini.
Ma se nulla si distrugge, ci chiediamo; dove sono finiti i sacchi pieni di soldi incassati da coloro che vendevano il nulla, non possono essersi evaporati. Devono essere lì da qualche parte come i 50 miliardi di dollari americani incassati dall'ex presidente dell'ente di controllo della borsa americana (l'equivalente del nostro CONSOB); non sarebbe il caso di seguire le tracce di questa massa gigantesca di danaro anziché far pagare ai cittadini le spese dei salvataggi di banche e finanziarie e di posti di lavoro e di aziende in crisi.
Già nella vita di tutti i giorni il normale cittadino è costretto a pagare a caro prezzo i servizi offerti dalle banche e dall'industria il cui unico obiettivo è quello di fare profitto a qualunque costo; cosa che hanno fatto negli anni precedenti con bilanci ampiamente in attivo e tanti dividendi distribuiti agli azionisti e soprattutto ai manager delle stesse istituzioni finanziarie e industriali.
Per uscire da questa crisi bisogna seguire il danaro, scovare dove è stato occultato sottraendolo al ciclo produttivo e innescando la crisi di liquidità che ora stiamo pagando, sia in termini di tasse devolute a chi ha mal gestito l'economia sia in termini di minore reddito e minore benessere collettivo.
C'è da terminare il discorso chiedendo se la lezione è stata utile a mettere in piedi i meccanismi per meglio controllare i gestori della finanza nazionale ed internazionale.

Febbraio 2009